Le interviste carnivore: Antonio Ghiazzi

Nato a Pavia il 27 settembre 1959, Antonio Ghiazzi, mostra fin dalla giovane età un vivo interesse per l’informatica e per tutto ciò che concerne la natura. Socio AIPC dal 2007, gestisce lepiantecarnivore.it dal 2004. Nel 2012 scrive il primo dei suoi tre libri, da sempre impegnato nella divulgazione ha partecipato a diversi eventi televisivi in qualità di esperto di piante carnivore. E’ stato relatore al Museo di Scienze Naturali di Brescia presentando le tematiche del suo ultimo scritto: Può una pianta carnivora digerire un essere umano?

 

 

  • Come è iniziata la tua esperienza carnivora e cosa ti attrae cosi tanto di queste piante?

Ti posso dire che considero queste piante delle creature straordinarie, quasi soprannaturali. Stiamo parlando di vegetali privi di intelligenza ma capaci di ideare e realizzare trappole sofisticate e perfette con le quali catturano le loro prede, dalle quali mediante processi digesti più o meno complessi riescono a trarne tutte quelle sostanze nutritive che scarseggiano nei terreni dove queste piante vivono e di cui hanno tanto bisogno per crescere e svilupparsi. Non parliamo poi del fattore estetico, come possiamo infatti rimanere impassibili e ad evitare di essere ammaliati davanti alle foglie ricoperte di goccioline luccicanti di una Drosera, ai profumi emanati da Drosophyllum lusitanicum e alle coloratissime livree di Sarracenia? Strategia di cattura, struttura anatomica, questi sono gli elementi che mi portano ad essere inevitabilmente attratto da queste seducenti piante.

La passione per le piante carnivore risale ormai a molti anni  fa,  quando  un giorno in compagnia di  mia moglie ci siamo recati in un garden per acquistare dei gerani, un genere che mia moglie ama particolarmente. Per puro caso, ci siamo imbattuti in un bancone di legno dove erano alloggiate svariate piante dall’apparenza strana, dove un grosso cartello riportava la scritta “Le piante che mangiano gli insetti”. Devo confessare che quella frase mi incuriosì non poco, così ci avvicinammo al banco per osservare da vicino quelle piante dall’aspetto strano ed inquietante. Tra le tante vi era lei, la solita e classica dionea… Fu amore a prima vista!

 

  • Tra i tanti generi che coltivi, c’è una specie che preferisci o che ti ha dato maggiori soddisfazioni in coltivazione?

Nonostante la mia prima pianta carnivora sia stata come per moltissimi coltivatori Dionaea muscipula, durante il primo anno mi sono dedicato unicamente alla coltivazione e alla conoscenza di Drosera. A quel tempo, e parlandone adesso me ne vergogno un po’, era mia convinzione che le varie specie di Sarracenia fossero tutte uguali. Sì è vero, forse avevano colori un po’ diversi, ma la forma era sempre quella, la forma di un semplice cono rovesciato. Così anche per Dionaea muscipula, sentivo parlare di cloni differenti ma per me tutti uguali nella forma. Le nepente venivano dipinte come piante tropicali che potevano essere coltivate solamente dai più esperti, per non parlare poi del genere Heliamphora, la cui coltivazione sembrava addirittura proibitiva. Le drosere invece, specialmente quelle temperate, avevano forme e colori differenti, erano facili da reperire e soprattutto erano piante poco esigenti e che per fortuna del novello coltivatore quale io ero, ammettevano qualche errore nella loro coltivazione.

Ora a distanza di 15 anni, ti posso dire che coltivo praticamente ogni specie di pianta carnivora e che per ognuna di queste sono riuscito a comprenderne le esigenze. Se dovessi però scegliere una specie sulle altre, ti direi senza ombra di dubbio Nepenthes.

 

 

  • Tu che coltivi da tantissimi anni, come hai visto cambiare l’ambiente carnivoro e le sue tecniche di coltivazione?

In questi ultimi anni le tecniche di coltivazione per quanto riguarda le piante carnivore si sono evolute in maniera esponenziale. Quando ho iniziato questo percorso vi erano regole di coltivazione molto ferree che tutti i coltivatori seguivano alla lettera, quasi timorosi di commettere errori irreparabili. Ora i tempi sono sicuramente cambiati, molti coltivatori si sono gettati ad esempio in quella che è la moda del momento:  trovare substrati alternativi al classico mix torba/perlite. Molti hanno raggiunto risultati soddisfacenti utilizzando per esempio fibra di cocco, truciolati e altri vari composti; altri invece si sono forse spinti un po’ oltre i limiti utilizzando materiali che si sono poi rilevati non adatti per coltivare le piante carnivore.

Nel 2010 ho iniziato un esperimento sulle carnivore tropicali, impiegando come substrato del semplice nylon utilizzando come cavia una Drosera spatulata. Devo dirti che sono stato molto criticato per questa scelta, una scelta che molti consideravano “poco ecologica”, ma convinto di ciò che stavo sperimentando ho proseguito per la mia strada e alla fine i risultati mi hanno ripagato a pieno. Oggi a distanza di 8 anni, coltivo ancora quella piccola drosera nello stesso vasetto e nello stesso composto di nylon, fiorisce ogni primavera ed appare perfettamente in forma, tanto che in questi ultimi anni si sono formati alla sua base nuovi getti.

I vantaggi riscontarti utilizzando il nylon come substrato sono molteplici:

  1. Non vi è più il problema di reperire la torba acida di sfagno, un elemento che inizia ad essere difficile da reperire a differenza del nylon che si trova ovunque e a prezzi bassissimi.
  2. Rinvasi praticamente inesistenti in quanto il nylon ha una degradabilità in acqua di circa 30-40 anni.
  3. Migliore ossigenazione alle radici essendo il nylon un materiale che non si compatta come ad esempio la classica torba.
  4. Si scongiura il pericolo di muffe, funghi o marciumi radicali poiché il nylon è un materiale inorganico.

Gli svantaggi? Praticamente nessuno.

E’ ovvio che la coltivazione con materiali “tradizionali” risulta sempre la migliore, ma sono pienamente consapevole che il nylon può essere un valido sostituto alla classica torba.

 

  • Come me, molti coltivatori hanno iniziato dal tuo Lepiantecarnivore.it, come ti è venuta l’idea di mettere tutte le informazioni per la coltivazione online, e come è nato il sito?

Avviata la passione per la coltivazione, l’altro sogno fu quello di poter realizzare un sito personale dove poter far conoscere le mie piante e mettere a disposizione di tutti i “colleghi” coltivatori le mie esperienze, anche se all’epoca queste non potevano certamente competere con quelle dei più blasonati coltivatori. Sono diplomato in informatica, e perciò la realizzazione del sito è stato per così dire una impresa relativamente semplice. Dal momento in cui il sito è andato on line (nel lontano 2004) ho cercato di mantenerlo costantemente aggiornato inserendo immagini, filmati ed ogni mia nuova esperienza per quanto riguarda la coltivazione delle nostre piante. Tutto questo mi ha permesso sicuramente di allargale le “amicizie carnivore” e devo dire, cosa più importante in questi ultimi anni, aiutare numerose persone che mi hanno contattato sottoponendomi i più svariati dubbi, che con grande soddisfazione, hanno trovato risoluzione nella quasi totalità dei casi.

 

 

  • Da anni ti impegni nella divulgazione delle informazioni per la coltivazione di queste specie, dal sito alle presenze televisive, quanto è importante per te la condivisione e l’informazione?

Parlando di piante carnivore, la divulgazione di informazioni inerenti alla loro coltivazione è secondo il mio punto di vista fondamentale e di vitale importanza. Non serve a nulla scoprire ad esempio una nuova tecnica di coltivazione e tenersela per se, risulta solo un comportamento egoistico che non porta da nessuna parte. E’ invece incentivante divulgare le proprie esperienze, è bello sapere che altre persone riescono ad avere successo coltivando una pianta piuttosto che con un’altra grazie proprio alle tue informazioni… Insomma ti senti gratificato. Come detto in precedenza, cerco di mantenere il mio sito costantemente aggiornato, ogni mia nuova esperienza in questo settore è immediatamente postato on line, proprio con il preciso scopo di dare la possibilità a tutti di mettere in pratica ciò che vi trovano scritto. Evito per altro di pubblicare informazioni sentite da terzi o lette su Internet se non prima sperimentate sulla mia pelle; potrebbe sembrare un discorso di “non fiducia”; lungi da me nel non credere a chi si confronta con me… Ci mancherebbe! Ma in realtà si tratta solamente di qualche cosa legata alla mia coscienza, inserisco nel sito solamente soluzioni che possono dare risultati certi. Meglio poche informazioni valide che tomi di informazioni non verificate.

Oltre al sito, vi sono state poi altre occasioni che mi hanno permesso di divulgare nozioni legate alle nostre piante ad un pubblico sempre più vasto, come ad esempio la registrazione da parte della RAI di un breve reportage trasmesso durante la trasmissione “La vita in diretta” e la partecipazione come oratore a due interventi al Museo di Scienze Naturali di Brescia, esperienze che oltre ad essere motivo di divulgazione, in qualche modo hanno anche arricchito questa mia passione.

 

 

  • Molte persone si avvicinano al mondo delle piante carnivore, rivolgendoti ai più giovani, cosa ti sentiresti di consigliare?

Ricevo molte e-mail di persone che mi chiedono consigli e pareri, ma quando si tratta di giovani coltivatori che intendono avvicinarsi a questo fantastico mondo, ti dirò che la cosa mi rende felice. E’ bello pensare che vi siano nuove leve pronte ad intraprendere questo hobby, persone che nella maggior parte dei casi potrebbero diventare coltivatori provetti e con i quali poter un giorno confrontarsi, perché nel mondo delle piante carnivore non si finisce mai di imparare.   Un solo consiglio mi permetto di poter dare ai novelli coltivatori: non abbiate la smania di possedere centinaia di piante con le quali poter far concorrenza ad altri coltivatori. Quando si intende coltivare una nuova pianta, non deve essere acquistata solo per averla, chiediamoci prima se siamo in grado di darle le giuste condizioni per la sopravvivenza e se abbiamo tutte le nozioni tecniche per una corretta coltivazione. Sento spesso giovani che acquistano una determinata pianta e poi si gettano a capofitto alla ricerca di come si coltiva, a loro posso dire semplicemente questo: meglio coltivare dieci piante mantenendole in salute che possedere centinaia di piante claudicanti.

 

  • Sappiamo che ti sei dedicato anche alla scrittura di tre libri, ci racconteresti qualcosa di questa tua esperienza? Ritornerai a farla?

L’idea del libro nasce per unificare tutte le informazioni inerenti ad un argomento in un unico contesto. Il primo libro scritto nel 2012 porta come titolo “Dionaea muscipula – Biografia di un serial killer” e racchiude tutte le informazioni sulla pianta carnivora per antonomasia. Si parla di cenni storici, impollinazione, struttura anatomica e molto altro.

Nel 2013 ha fatto seguito il libro “Nepenthes – istruzioni per l’uso” un piccolo fascicolo per conoscere e coltivare al meglio la specie carnivora che più amo.

L’anno successivo mi venne l’idea di scrivere un libro un po’ particolare: “Può la Dionaea muscipula digerire un essere umano? ”. E’ un esperimento che ho personalmente condotto e che ha come obbiettivo quello di verificare se D. muscipula può essere in grado di digerire alcune parti del nostro corpo, proprio come avviene in natura per gli insetti. Un libro dal contenuto apparentemente fantascientifico ma che alla fine rileva verità inaspettate.

Mi chiedi se continuerò in questa esperienza? Credo proprio sì.

 

 

  • Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un rallentamento nell’ambiente carnivoro per quello che riguarda la sperimentazione, la condivisione e l’informazione, secondo te quali sono le cause, e come si potrebbe tornare al clima di qualche anno fa?

Sono ormai diversi anni che non frequento più assiduamente i vari forum carnivori, la famiglia, il lavoro e le mie adorate piante,  impegnano le mie giornate a tempo pieno ma è vero ciò che affermi, in questi ultimi anni noto spesso un’affluenza spasmodica nelle aree dedicate alla vendita delle piante, mentre in quelle in cui si parla di coltivazione, l’affluenza è tristemente sterile. La mia modesta impressione è che in passato, molti coltivatori hanno messo a disposizione le loro esperienze e oggi come oggi si crede ormai di conoscere a fondo queste piante e non vi sia più nulla da imparare. Invece credo che le piante carnivore abbiano ancora molto da insegnarci, per cui spero che questo rallentamento come lo chiami tu, si trasformi presto in una ripartenza.

 

  • Quali sono i tuoi progetti futuri in ambito carnivoro, e come si evolverà il sito ?

Ho qualche progetto nel cassetto: spesso sentiamo parlare di piante “ammalate” e dei molteplici rimedi che ne permettano la loro “guarigione”, dai rimedi intramontabili della nonna ai più sofisticati ritrovati di questi ultimi anni, ma nessuno o comunque poche persone parlano di prevenzione. Ebbene, ecco dei tanti progetti che vorrei iniziare a sviluppare nei prossimi mesi, è quello di riuscire a prevenire gli attacchi alle piante da parte di parassiti o trovare ad esempio sistemi per evitare il proliferare di muffe e agenti patogeni.

Vi sono poi altri progetti ancora allo stato embrionale, per i quali mi sembra prematuro  parlarne.

Per quanto riguarda il mio sito, continuerò a mantenerlo vivo aggiungendo immagini, video e nuovi tutorial. Non ti nascondo l’intenzione di volerne sistemare la grafica, forse a detta di qualcuno, ancora un po’ arcana, cercando di creare pagine dall’aspetto più moderno e accattivante. A questo provvederò però solamente quando non avrò più nulla da riferire riguardo a queste meravigliose creature, penso quindi che il sito rimarrà in questa veste per moltissimo tempo anche perché come si dice, l’abito non fa il monaco.

 

Carnivorandia.tk 2 marzo 2018.

 

Foto di A. Ghiazzi.

 

Link Utili: Le Piante Carnivore .it

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