Dopo l’ultima glaciazione (10.000 a.C.) il paesaggio terreste venne profondamente trasformato e se bene il legame tra vita e acqua sia assai più profondo, la rivoluzione neolitica segnò invece un traguardo per la sedentarietà dell’uomo e l’interesse per la produzione di risorse alimentare, cosi da far nascere le prime forme di allevamento e di coltivazione. Un po’ presto per parlare di coltivazione hobbistica di piante carnivore, ma questo fu certamente il primo mattone fondamentale.
L’acqua è il composto chimico (un atomo di ossigeno con legame covalente polare legato a due atomi di idrogeno, la cui formula molecolare è H2O), più rilevante per la vita cosi come la conosciamo nonché il principale costituente degli ecosistemi. E’ un’eccellente solvente, per questo spesso lo si trova insieme a parecchie altre specie chimiche.
La misura di queste sostanze disciolte, organiche e inorganiche, contenute in forma molecolare sospesa, ionizzata o microgranulare, ci restituisce un indice qualitativo importantissimo per l’utilizzo con le nostre piante carnivore e rappresenta i solidi totali disciolti (TDS). La misurazione in ambiente domestico per i nostri scopi è possibile grazie ad un economico misuratore acquistabile sulle più note piattaforme di vendita online. [1]
Le piante carnivore si trovano quasi ed esclusivamente in ambienti dove il suolo è povero di nutrienti, come paludi e torbiere. La condizione per cui la struttura carnivora diventa conveniente si trova quando i fattori luce e acqua non sono limitanti. Ne consegue che l’optimum d’investimento in carnivorosità sarà alto in ambienti in cui i nutrienti nel suolo sono fattori limitanti ma luce e acqua non lo siano:
Fanno eccezione alcune specie come Drosophyllum lusitanicum, che trova il proprio optimum in ambienti mediamente aridi, a condizione di avere una quantità di luce parecchio più elevata, e Pinguicula valisneriifolia che cresce in suolo ad alto contenuto di calcio ma che anche essa trova il proprio optimun alle stesse condizioni di D. lusitanicum.
Di seguito elencati, orientativamente, i valori ideali e massimi espressi in parti per milione (ppm) per genere:
Ideale | Max | |
Sarracenia | 15 | 100 |
Drosera* | 10 | 140 |
Nepenthes* | 25 | 60 |
Heliamphora* | 5 | 40 |
Dionaea | 15 | 70 |
*Diverse specie fanno eccezione.
Come già detto, questi sono dati orientativi, sia per il metodo di estrazione che per inconsapevolezza delle specie chimiche contenute nelle quantità espresse, inoltre alcuni substrati potrebbero avere la capacità di absorbire alcune di queste sostanze.
Svelato quanto sia importante la qualità del monossido diidrogeno, ossia dell’acqua, non diventa difficile reperirne di buona qualità. L’acqua piovana di solito è ottima, escludendo alcune realtà di aree particolarmente inquinate. L’acqua di osmosi inversa (RO) è eccellente e un piccolo impianto domestico è veramente alla portata di tutti. Qualsiasi tipo di acqua distillata/deionizzata/demineralizzata che rientri nei valori sopra riportata va benissimo, piccola accortezza se la si compra, che questa non sia stata additivata da profumi e/o da tensioattivi. Una piccola nota a parte merita lo scarto di condensa dei climatizzatori, nonostante qualche coltivatore lo utilizzi regolarmente non mi sento di consigliarlo, per il semplice motivo, che nonostante questo abbia una bassa concentrazione di composti conduttivi, è però ricco di molte sostanze che immettiamo noi nell’aria, come i solventi dei deodoranti, che sarebbe sconsigliato avere nell’acqua.
N.B. Visto che abbiamo parlato di acqua, vorrei consigliarvi un saggio molto interessante dell’ecologo Garrett Hardin, The Tragedy of the Commons, del 1968.
[1] In realtà i misuratori in vendita non sono in grado di restituire il vero valore TDS, ma tramite un calcolo empirico lo ottengono dalla conduttività.
Carnivorandia 14 febbraio 2018
- Farmers and Their Languages: The First Expansions, in Science, J. Diamond e P. Bellwood, vol. 300, nº 5619, 2003
- “Solidi disciolti totali (TDS): Metodo EPA 160.1 (gravimetrico, essiccato a 180 gradi C)” . Washington, DC: US Environmental Protection Agency (EPA). 1999/11/16.
- Why don’t carnivorous pitcher plants compete with non-carnivorous plants for nutrients?, in Ecology, J.S. Brewer, vol. 84, nº 2, 2002
- The Savage Garden: Cultivating Carnivorous Plants, Peter D’Amato, Ten Speed Press, 1998
Insectivorous plants, Londra, John Murray, Charles Darwin, 1875 - Carnivorous Plants of the United States and Canada, Donald E. Schnell, Timber Press, 2002